Non erano che bambini quando Addie prese Jess per mano e le loro dita si allacciarono per la prima volta. «Ti stavo aspettando», disse lei. «Lo so», rispose Jess. «Anch’io ti stavo aspettando.» È la delusione per una relazione finita a riportare Kate nel luogo dove è cresciuta, sulle sponde dell’immenso Lago Superiore.
[...]
Come tutti gli abitanti del posto, lei sa che quel lago non è solo acqua, ma un’entità viva, che dispensa favori a suo piacimento, e che può decidere, quando ritiene sia giunto il momento, di rendere giustizia a torti rimasti per troppo tempo sepolti. Un giorno, sulla riva viene ritrovato il corpo senza vita di una donna uccisa. L’aspetto è straordinariamente intatto, nonostante gli indumenti che indossa appartengano a un’altra epoca. Nessuno ha mai visto quella donna. Nessuno eccetto Kate: lei l’ha già incontrata. Nei suoi sogni. Per questo sa, tra lo sconcerto dei presenti, che nelle pieghe della veste si cela qualcos’altro: il corpo di un neonato. Il lago, i sogni, la sconosciuta con il suo bambino: tutto congiura affinché Kate vada a fondo di quel mistero. Quella donna la sta cercando attraverso il tempo e lei non può fare a meno di tenderle la mano. Indizio dopo indizio, la ragazza si trova coinvolta in una storia che risale a un secolo prima e che, di sussurro in sussurro, ha attraversato le generazioni: la storia di un grande amore finito in tragedia. Qualcosa le dice che quell’amore rimasto in sospeso aspettava proprio lei per avere riparazione. E che solo quando avrà riannodato tutti i fili, ogni cosa andrà a compimento. Compreso il suo cuore.