sabato
16
settembre
Le conseguenze
Mostra a cura di Stefania Prandi che racconta lo sguardo di chi sopravvive al femminicidio e non si arrende alla violenza di genere. Dal 28 agosto al 16 settembre, Spazio Espositivo al piano terra della biblioteca Passerini-Landi.
Stefania Prandi ha raccolto, nel corso di tre anni, immagini di volti, oggetti, luoghi che raccontano lo sguardo di chi sopravvive al femminicidio e non si arrende alla violenza di genere. A vivere le conseguenze del femminicidio – termine con cui si intende l’uccisione oppure la scomparsa di una donna per motivi di genere, di odio, disprezzo, piacere o senso del possesso – sono madri, padri, sorelle, fratelli e figli. A loro restano i giorni del dopo, i ricordi immobili trattenuti dalle cornici, le spese legali, le umiliazioni nei tribunali, i processi mediatici, la vittimizzazione secondaria.
Sono sempre di più le famiglie delle vittime di femminicidio che intraprendono battaglie quotidiane: scrivono libri, organizzano incontri nelle scuole, lanciano petizioni, raccolgono fondi per iniziative di sensibilizzazione e fanno attivismo online. Lo scopo è fare capire alla società che ciò che si sono trovate a vivere non è dovuto né alla sfortuna né alla colpa, ma ha radici culturali e sociali precise, dovute al fatto che esiste ancora un diffuso senso di proprietà e di dominio degli uomini sulle donne.
Un lavoro mai tentato prima, quello di raccontare i giorni di chi resta, senza spettacolarizzazioni ed estetizzazioni, per testimoniare che l’assenza può tramutarsi in presenza attiva contro la violenza di genere.
Venerdì 1 settembre alle ore 21 nel cortile grande della biblioteca, si terrà lo spettacolo “La voce delle madri”. Si tratta di una performance teatrale a cura del Cantiere Simone Weil che mette a nudo la violenza e la sopraffazione maschile ancora presente nei processi dove la donna si trasforma da vittima in imputata. I testi sono stati tratti da processi veri e quello finale della madre della vittima è stato scritto per questa performance da Giovanna Ferrari, autrice del libro “Per non dargliela vinta – scena e retroscena di un delitto”, che racconta la storia di sua figlia Giulia, una giovane donna brutalmente uccisa dal marito a colpi di pietra, inscenando poi il suicidio gettandola nel fiume. Durante lo spettacolo sarà proiettato il contributo fotografico “Conseguenze. I femminicidi e lo sguardo di chi resta”, a cura di Stefania Prandi: immagini di volti, oggetti, luoghi che raccontano lo sguardo di chi sopravvive al femminicidio.
Per info:
Biblioteca Passerini-Landi - 0523492410 | biblioteca.passerinilandi@comune.piacenza.it
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Stefania Prandi è giornalista, scrittrice e fotografa freelance. Ha collaborato con testate nazionali e internazionali come Il Sole 24 Ore, National Geographic, Al Jazeera, El País, Correctiv, Radiotelevisione svizzera, Azione, Elle e Danwatch. Ha realizzato reportage e inchieste in Europa, Asia, Africa e Sudamerica. Si occupa di diritti umani, sfruttamento sul lavoro, violenza di genere, questioni sociali, ambiente e cultura. Ha scritto due libri: Oro rosso. Fragole, pomodori, molestie e sfruttamento nel Mediterraneo, sulle braccianti che subiscono molestie sessuali, ricatti e stupri nelle serre e nei campi di Italia, Spagna e Marocco; Le conseguenze. I femminicidi e lo sguardo di chi resta sulle vittime di femminicidio e i loro familiari. Entrambi sono stati pubblicati da Settenove. È autrice del catalogo fotografico Lo sguardo di chi resta pubblicato da Dry-Art col sostegno di Ipazia Liberedonne e il Comune di Cesena. Ha vinto numerosi riconoscimenti e premi in Italia, Svizzera, Germania, Belgio e Stati Uniti. Tra questi: Modern Slavery Unveiled Grant del Journalism Fund; National Geographic Emergency Journalism Fund Grant; Henri Nannen Prize; Otto Brenner Prize; Volkart Stiftung Grant. Le sue fotografie sono state esposte in sale museali, scuole, università e biblioteche in tutta Italia e in Europa. Interviene a festival ed eventi nazionali e internazionali. Organizza e conduce workshop di giornalismo e ha insegnato al Laboratorio di giornalismo femminista dell’Università di Venezia.